"Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici"
- Gibran Kahlil Gibran -

giovedì 8 settembre 2011

Ferie estive 2011 - 4 settembre

Partenza alle ore 9 da Falzes, direzione Dobbiaco - San Candido; passato il confine austriaco si passa per Sillian seguendo la statale 100 che porta a Lienz. La strada è veloce e scorrevole e la faccio quasi tutta in "scia" a due Harley provenienti dalla Svizzera, probabilmente per il grande raduno che si terrà sul Faaker See dal 6 all'11 settembre. Quando loro si fermano per il rifornimento io proseguo verso Lienz seguendo le indicazioni per il Grossglockner. Ovviamente il tutto è ben segnalato e le strade sono curate come giardini inglesi. Dalla statale 100 si passa alla 107A e si inizia a salire verso Heiligenblut e la cassa per accedere alla parte finale del Grossglockner. 
La strada è magnifica e il tempo pure, fresco quanto basta per richiedere di indossare l'imbottitura interna del giubbotto ma godibilissimo. Inizia una serie di curve che permettono di spingere la moto a sufficienza ma senza esagerare.
Arrivato alla cassa (quota inferiore ai 1900m slm) trovo un folto gruppo di Harley tutte targate Germania che fanno il biglietto per entrare, sono circa una decina. Mi metto in coda e acquisto il biglietto per il giro della montagna, oltre al Grossglockner è compreso anche un passaggio per il Felbertauern (costo 25€ per le moto). Oltre al biglietto mi viene consegnato un adesivo e un paio di depliant informativi.
Il Grossglockner è la più alta montagna dell'Austria (3798m), la strada conduce nel parco naturale degli alti Tauri e al ghiacciaio di Pasterze. La strada è stata creata nel 1935 in soli 5 anni (più o meno come in Italia), misura 48Km, conta 36 tornanti e il dislivello è 2504m.
Passo la cassa e mi fermo dall'altra parte per pulire la visiera e prepararmi alla "scalata".
Approfitto per una sosta tecnica al bagno e trovo due immancabili friulani che si stupiscono quando gi dico che sono salito da solo...
Pronti-Via e inizia la scalata, la strada è a tre corsie (!) due in salita e una in discesa, essendo il parco giochi dei motociclisti hanno capito che avere una serie di pullman, roulotte o semplici incapaci che bloccano la strada può essere scomodo e/o pericoloso.
A forza di pieghe si arriva ad una rotonda (anche qui!!!) dove si sceglie se dirigersi verso la cima "Kaiser Franz Josef" (quota 2369m slm) o verso il picco Edelweiss (quota 2571m slm) che è il punto più alto che si può raggiungere seguendo la strada.
In realtà non è una scelta, si va prima da una parte e poi dall'altra.
Ancora pieghe, il freddo si sente ma non è fastidioso. Mi fermo per un paio di foto al ghiacciaio e alla strada che c'è ancora da fare. Riparto e... ancora pieghe. Arrivo a quota 2369m cima "Kaiser Franz Josef", sopra non c'è il casino di pullman e macchine che c'era le altre volte che sono venuto su questa cima più di 15 anni fa. Al contrario c'è un primo ordinatissimo parcheggio per le macchine, più avanti un multipiano GRATUITO e un'area riservata ai soli motociclisti con parcheggi a spina e armadietti per lasciare l'equipaggiamento (gratuiti - per gli italiani: free e 1€ di cauzione significa che l'euro te lo tornano quando riprendi l'equipaggiamento).
Parcheggio, mollo casco, guanti e amenicoli vari.
Segue passeggiatina sul piazzale, foto a ghiacciaio e alle immancabili marmotte, simbolo del parco. Ovviamente sono talmente abituate alla gente che si fanno avvicinare con tranquillità (sospetto sempre che le paghi l'ente del turismo austriaco, altro che star li a impacchettare cioccolata).
Rapido giretto allo shop e ai musei che si trovano in zona (naturale e auto-moto storiche).
Sosta per il pranzo godendo del sole di 2500m, si sta tranquillamente in maniche corte anche se dopo una quarantina di minuti si copre il sole e si alza un fastidioso vento freddo che mi fa intuire che forse è il caso di togliere le tende.
Tornando al parcheggio vedo una cosa che mi lascia allibito, un giovane saggio, ad a occhio e croce sui settant'anni, scendere da una CBR 600 modello 2011 e poi mi dicono che la moto è una cosa da giovani... (non sono rimasto allibito di vederlo in moto, lo sono rimasto per il modello di moto).
Riparto scendendo a caccia dalla vetta, mi accodo agli immancabili tedeschi che hanno un buon ritmo, non esagerato ne in un senso ne nell'altro, con destinazione il picco Edelweiss. Tutti assieme saliamo nuovamente fino ai 2428m del Fuscher Torl (piazzola panoramica) nella quale mi fermo per fare una foto e i tedeschi mi scappano. Si affronta un tunnel e sbucando dall'altra parte si accede al territorio salisburghese, qui si affronta una discesa molto ripida che permette di andare forte anche se il vento laterale consiglia molta prudenza.
In uno spiazzo avvisto 7 supercar (fanno parte del SuperCarClub - Tour Alpina) e mi viene imposta una sosta per la giusta reverenziale ammirazione. Insomma inchiodo, parcheggio e fotografo (a mia discolpa non sono l'unico malato, c'è anche un ciclista che forse crede di vedere la Madonna).
Comunque ci sono una Maserati MC stadale, una Mercedes SLS, una Ferrari 612 Scaglietti, una Pagani Zonda F, una Bentley Daytona, due Ferrari 430 e il sogno Ferrari 458 Italia.
Riparto e arrivo alla base del picco Edelweiss, capisco perché si chiama picco, c'è una stradina in porfido che porta ai 2571m in forse un Km. Sopra c'è un bikers point, infatti con la moto ci si arriva senza problemi; purtroppo qualcuno ci prova con l'auto e non auto piccole ma comode station wagon di quasi cinque metri. Credo che il guidatore abbia capito che non è stata una grande idea.
I tornanti sono stretti, la strada dissestata dal ghiaccio.
Arrivato sopra si gode di una splendida vista su 30 cime che superano i tremila. C'è un forte odore di frizione...
Inizio la discesa che è tardi e la strada da fare è tanta. Ad ogni tornante c'è un cartello che suggerisce di prestare attenzione ai freni e ad usare il freno motore. Qualcuno davanti a me si dimentica troppo il piede sul freno e, oltre ad andare piano, si comincia a sentire odore di cotto. Finalmente lo riesco a superare e scendo al mio ritmo.
Uscito dal Grossglockner mi dirigo verso Mittersill per risalire verso il Felbertauern tunnel. Altra strada simil autostrada che porta nel traforo. Tunnel lungo che congiunge il salisburghese con il Tirolo.
Per rientrare in Italia scelgo di fare il passo Stalle e quindi ad una ventina di chilometri da Lienz giro a destra, qui si cominciano a vedere preoccupanti nuvole nere che si addensano sulle cime.
Il passo Stalle ha la particolarità di avere il transito temporizzato perché il versante italiano è praticamente una mulattiera asfaltata. Salendo comincia a scendere una pioggia torrenziale che mi costringe ad una breve sosta per indossare la tuta impermeabile, in più la discesa è consentita solo nel primo quarto dell'ora per via della temporizzazione, in pratica mi son trovato a fare una crono-scalata schivando pure qualche mucca in transito.
Riesco a passare per 4 minuti.
La strada fino a Falzes è, come sempre, molto trafficata e la affronto sotto il temporale che perde e riguadagna intensità.
Arrivo in albergo alle 17 circa.

Nessun commento:

Posta un commento